Verso un 2021 all'insegna della speranza condivisa

Trasformare le difficoltà in opportunità, ecco una frase che mi torna in mente pensando a questo 2020 che volge (fortunatamente) al termine. Ci siamo confrontati con qualcosa di sconosciuto e questo ha richiesto a ognuno un ripensamento di sé e degli altri, aprendo uno spazio inedito di scoperta.

Siamo soliti sovrapporre il cambiamento con la volontà, ma questa è solo una visione parziale e, a volte, irrigidita di un processo più ampio.
Non cambiamo solo perché lo vogliamo e i vari propositi (disattesi, mancati, irrealizzati) degli anni passati ne sono forse una dimostrazione; cambiamo e solo a posteriori possiamo osservare e dare senso a ciò che è accaduto.

È ancora troppo presto per comprendere appieno il significato di quest’anno, siamo ancora immersi in una realtà traumatica a vari livelli. Ci auguriamo che presto la pandemia diventi solo uno sbiadito ricordo per tornare alla vita che avevamo.
Ma questo è possibile? Non c’è una risposta chiara. C’è però una opportunità che possiamo cogliere. Il 2020 ha reciso le ali dell’onnipotenza e ci ha fatto sperimentare la fragilità umana nel modo più crudo e doloroso.

Tornate per un attimo con la mente a quando eravate bambini, i primi passi erano accompagnati anche da alcune cadute. Per poi tirarsi su e riprovarci. Non c’è altra via, solo quando cadiamo abbiamo la possibilità di rialzarci e questo è più semplice, ma non meno doloroso, se abbiamo qualcuno al nostro fianco a tenderci la mano.

Quest’anno i rapporti si sono dematerializzati, abbiamo imparato a passare da una videochiamata all’altra con la velocità di un battito di ciglia, eppure c’è sempre una domanda che si presenta: come stai?
Spesso un intercalare, ma in questo 2020 più che mai sentita e temuta. Abbiamo dovuto fare i conti con la nostra parte ossessiva che cerca di controllare e di dare un ordine a tutto, per poi, a volte, ritrovarci a lasciar andare molte cose, quasi sopraffatti da ciò che stavamo vivendo. L’equilibrio sta in mezzo.

Ci siamo sentiti spaesati nel riadattare le nostre case a uffici, studi, scuole, condividendo spazi esterni e interni in un continuo riaggiustamento. Abbiamo perso l’equilibrio, ma è solo così che possiamo andare avanti.
Ogni passo è uno sbilanciarsi, altrimenti rimarremmo sempre fermi.

Il pensiero della malattia e della morte sono diventati inevitabili, penso a chi ha perso qualcuno, a chi si è trovato a vivere questa malattia, così poco conosciuta e dall’esito incerto, ma anche a tutti coloro che accendendo la televisione o accedendo a un social, si sono sentiti sopraffatti da alcune immagini e da alcuni numeri.

Come iniziare quindi questo nuovo anno?
Con la speranza che è un sentimento che si nutre contemporaneamente di qualcosa che già c’è e al contempo non c’è ancora. È un moto di fiducia che ci spinge all’impegno quotidiano per un futuro da realizzare.
Se qualcosa questo 2020 l’ha insegnato è che nessuno si salva da solo e credo che sia il miglior monito per iniziare il nuovo anno.


Lo Psicologo in Blue Jeans
 


Il Dott. Emanuele Tomasini ha scritto per Puliti&Felici:
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#iorestoincasa in compagnia delle parole del Dott.Emanuele Tomasini, il nostro Psicologo in Blue Jeans​​​​​​​

 

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