Quando entrate in casa vi sembra di addentrarvi nella giungla, inciampando tra i giocattoli dei vostri figli, spaventandovi di fronte alla mole di panni sporchi ammucchiati tra il letto e il pavimento e disperandovi di fronte alle pile di piatti dei giorni precedenti?
Sentirsi in emergenza o emergenza del sentirsi?
Ultimo momento di approfondimento insieme allo psicologo Dott. Emanuele Tomasini sui questi mesi di emergenza e diffusione del virus Covid-19,
Come affrontare i pensieri negativi e il rapporto con le news quotidiane?
Come conciliare lo smart working e la famiglia?
Scopriamo insieme le riflessioni del nostro Psicologo in Blue Jeans.
Come distrarre la mente dai pensieri negativi? È giusto guardare news in tv?
Oggi è molto difficile distrarre totalmente la mente da questa preoccupazione. Esponiamoci solo a fonti ufficiali in due momenti diversi della giornata. Nel resto del tempo cerchiamo di dedicarci con attenzione a piccole o grandi attività tra le mura domestiche. Questo momento di isolamento ci porta a poter essere molto più in contatto con noi stessi. Possiamo cercare di far coesistere i diversi pensieri, così come le diverse emozioni che stiamo provando... Ricreiamo un modo di vivere il tempo. Tutti noi abbiamo sempre tralasciato qualcosa da fare, leggere, guardare o sul quale soffermarci.
Come evito di sentirmi “sepolta in casa” se non ho un giardino in cui uscire a godermi un po’ di natura?
Diciamoci che la situazione di costruzione, a vari livelli, la stiamo condividendo tutti. Alcuni possono sentirsi sepolti in casa, altri confinati, altri in altri modi ancora… Rispetto alla domanda specifica, la prima cosa che mi viene in mente è: cosa affolla questa casa tanto da renderla invivibile? Lo stare dentro le mura domestiche è come se avesse rafforzato il confine, sempre presente, tra sé e il mondo, obbligandoci a vivere in una dimensione più a contatto con tutto ciò che abbiamo dentro di noi e che forse abbiamo sepolto nel tempo. Quella natura, esterna e da godere, sembra voler richiamare l’attenzione su un mondo antico e incontaminato con il quale riconnettersi. Un gioco di equilibri, insomma, tra parti di
sé da mettere in comunicazione.
È negativo che, finché non mi confronto con TG o amici, non sento il peso della situazione?
Il mio analista dice: ‘ognuno si difende come può’. Mi viene in mente questa frase perché tutti abbiamo il bisogno di non sentirci sopraffatti dal dolore e dall’angoscia, altrimenti rischieremmo un crollo. Essere profondamente consapevoli di ciò che sta accadendo non esclude il riuscire a dedicarsi a altro. Abbiamo spazio dentro di noi per far convivere anche emozioni molto diverse. Aprire uno spazio consapevole di riflessione su quello che sta avvenendo, ci dà l’opportunità di elaborare l’esperienza traumatica che stiamo vivendo a livello collettivo.
Metodi / pratiche per sopperire a pensieri negativi dopo smart working + quarantena imposta?
Il verbo sopperire ci dà l’idea di una necessità, possiamo anche tradurlo con ‘il far fronte a un bisogno’. Un pensiero non è solo un pensiero, ciò che rileva per ognuno di noi è l’emozione che vi si accompagna. D’istinto scriverei che questa quarantena ci dà l’opportunità di imparare a convivere con una vasta gamma di emozioni. Certo è che se queste diventano paralizzanti allora è necessario chiedere un aiuto professionale.
Suggerimenti su come conciliare un’intensa giornata di smart working con i figli?
Darsi ognuno dei tempi e dei luoghi in casa può essere un aiuto. Piccoli e grandi siamo abituati a piccole ritualità quotidiane che oggi sono sospese. Troviamone di nuove, cercando di essere flessibili. Proponiamo attività adatte a ogni fascia d’età che possano essere svolte in semi-autonomia. Se i bambini ci cercano è bene interromperci un attimo e dar loro ascolto, sfruttiamo le pause. Se vanno a scuola aiutiamoli a impostare il programma della giornata. E una volta chiusi pc e libri, prima di separarci nuovamente, dedichiamoci del tempo vicendevolmente.
Cosa possiamo fare per gestire la pulizia in casa in questi giorni nei quali siamo sempre dentro?
Questa domanda sembra nascondere l’idea che sia possibile pulire solo se il campo è interamente sgombro. Penso che nessuno sposti anche gli armadi nel sistemare casa. Alcune cose ci sono e posso prenderne atto. Le nostre case non sono sale operatorie da rendere asettiche, sono invece luoghi che inevitabilmente risentono dell’uso e della vita che se ne fa. In questo periodo viviamo molto di più casa, la usiamo molto di più, standoci per più tempo è normale che anche la gestione della pulizia risenta e si adatti a un nuovo ritmo e un altro modo.
Il Dott. Emanuele Tomasini ha scritto per Puliti&Felici:
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